Una cripta sotterranea a Stampace

Fascino delle cripte e dei santuari di Cagliari

LA cripta di Santa Restituta, foto di Marcello PolastriTra le cavità accessibili e visitabili del Comune di Cagliari sono sicuramente da segnalare una serie di santuari sotterranei dislocati lungo il centro della città: alcuni sono aperti al pubblico e seguono determinati orari…

Altri ipogei sacri della città di Cagliari sono chiusi perché impraticabili e attendono di essere rivalorizzati, ma soprattutto riscoperti, dal momento che non poterli vedere rischia di farli cadere nel dimenticatoio.

CRIPTA O CARCERE DI S. RESTITUTA


Testo di Roberta Pitzalis

 

LA cripta di Santa Restituta, foto di Marcello PolastriLungo la via del santo più venerato dai cagliaritani, precisamente in via S.Efisio 14, si trova un ambiente ipogeo, scavato nella roccia calcarea, suddiviso in piccole stanze e cunicoli.

E’ la cripta di S. Restituta che, da semplice grotta in epoca tardo-punica e dopo un lungo periodo di abbandono, è divenuta il luogo in cui si venerava la santa martire di origine africana.

In seguito alla donna furono attribuite origini locali e ritenuta la madre di Sant’Eusebio. Lo stesso canonico Giovanni Spano (illustre studioso al quale dobbiamo una dettagliata descrizione della Cagliari Ottocentesca) ci dice che la chiesa era ritenuta la casa ove nacque il santo Vescovo di Vercelli.

Simulacro in marmo di Santa RestitutaSono tante le storie di devozione legate a questo luogo, alcune oltrepassano la fede sfiorando il feticismo e la superstizione; in uno dei tanti piccoli ambienti del sotterraneo si trova una mezza colonna di marmo (attribuita secondo alcuni al martirio della santa), venerata in passato dalle donne del posto con tale insistenza che venne murata per ordine dell’arcivescovo “onde impedire certi abusi che se ne facevano” (queste le parole di Giovanni Spano).

In un’altra delle camerette, ritenuta il luogo preciso del supplizio, si soleva far rotolare i bambini nella polvere per liberarli dal vaiolo.

In epoca moderna questo luogo venne scelto come rifugio dai cagliaritani, durante i bombardamenti del 1943, ma quelle mura sotterranee, lungi dall’essere un posto sicuro, finirono per essere la tomba per molti di essi.

Il 17 febbraio del 1943 infatti, sotto le bombe, molti si accalcarono per entrare al suo interno, ma rimasero praticamente schiacciati perché l’ingresso era ostruito da un muro (eretto forse per lavori di manutenzione) che ne riduceva notevolmente l’ampiezza.

È una pagina triste del sottosuolo cittadino, che in guerra salvò comunque la vita a molte persone. Viale Regina Elena, Viale Regina Margherita, Viale san Vincenzo, Piazza Arsenale: lungo questo viali infatti ogni cavità, cisterna, cunicolo o condotto sotterraneo divennero il rifugio e la dimora di chi vedeva radere al suolo la città.

 

Articolo pubblicato nel sito ufficiale del Comune di Cagliari con la collaborazione di Marcello Polastri.

 

Vedasi: Ufficio stampa.

Commenti