Sotto il colle Tuvixeddu e la sua necropoli

Nella città del buio

Pozzo sotterraneo a Tuvixeddu nella foto di Marcello PolastriUn breve viaggio nella città sotterranea è stato intrapreso di recente da Roberta Pitzalis, collaboratrice dell’Ufficio Stampa del Comune di Cagliari. Ci ha fatto compagnia in un itinerario “dal vivo”, addentrandosi con noi nella Cagliari sotterranea…

 

 

 

Luminosa, viva e rumorosa, ma non caotica: questa è Cagliari, la città che Francesco Alziator ha omaggiato più volte nei suoi libri, definendola “La città del sole” in riferimento certamente al calore e allo splendore che la contraddistingue.

Ma c’è un altro lato della città che non tutti conoscono
, un’anima più nascosta, segreta, che offre le sue bellezze con discrezione, portandole via alla luce che per gran parte dell’anno irradia su tutta la superficie.

Pozzo sotterraneo a Tuvixeddu nella foto di Marcello PolastriE’ la Cagliari “sotterranea”, “del sottosuolo”, “underground”, “che non si vede”; così viene denominato questo mondo che sfugge agli occhi di molti, ma che merita di essere rivelato perché ha tanto da raccontare.

Non tutti sanno che a pochi metri dall’asfalto cagliaritano si nasconde un’intricata realtà fatta di cunicoli e cavità, alcune accessibili, altre sepolte per sempre dalla civiltà moderna che ha costruito e rimodellato il volto della città obbedendo agli stimoli e alle necessità del presente.

Quando si parla di sottosuolo niente è come sembra
, quando poi il sottosuolo in questione è quello cagliaritano allora sono tanti i segreti da svelare, o meglio, le storie da raccontare.

I turisti potrebbero fermarsi a comprare un giornale e ignorare che sotto di loro si trova una cripta che ha custodito per ben due secoli le spoglie di uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi; o potrebbero salire le gradinate di una Chiesa noncuranti del fatto che sotto c’è il vuoto di una cisterna; o potrebbero infine attraversare una piazza e scoprire che vi scorre un lago sotterraneo.

Rifugio di guerra in una foto di Marcello PolastriCagliari, per una sua particolare conformità geomorfologica, sorge su uno strato di roccia “tenera” che si è sempre prestata facilmente all’attività di scavo.

Basti pensare a Tuvixeddu, la necropoli fenicio-punica più grande del Mediterraneo, che ha consentito ai primi colonizzatori della città di dare degna sepoltura ai propri defunti, che è divenuta poi cava di cemento e infine rifugio durante la guerra.

Il bisogno di assicurare il rifornimento di acqua
ha stimolato nei diversi secoli la costruzione di numerose cisterne e pozzi e quella grandiosa opera che fu l’acquedotto romano, che attraversava la città e pare avesse il suo punto terminale in piazza S. Avendrace.

Se dunque Cagliari è una città cava, vuota, è perché ha sempre sopperito alle emergenze o alle necessità dei suo abitanti (come la sete, la paura del nemico e la fede) o perché ha obbedito ai capricci della natura offrendo lo spettacolo di grotte come quella, raggiungibile solo via mare, situata nella scogliera di Cala Fighera (la Grotta dei Colombi).

In questo breve “viaggio all’ingiù” non è stato semplice seguire un itinerario preciso, né tantomeno compiere delle scelte, tante sono le cavità urbane che popolano la città e la loro tipologia. Ci sono tuttavia luoghi che più di altri hanno storie da raccontare e che sono facilmente accessibili al pubblico, ma che a volte sfuggono allo sguardo del turista “naif”, preso magari da altre bellezze che stanno in superficie.

Nello studio di queste località sotterranee spesso archeologia e speleologia incrociano le loro strade, si compenetrano, guardano al sottosuolo con occhi diversi ma con medesimo intento: quello di “andare in fondo alle cose”, gli uni attraverso l’attività di scavo, gli altri con l’esplorazione.

 

Testi di Roberta Pitzalis. Fonte della pubblicazione: Sito istituzionale del Comune di Cagliari.

 

 

 

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