Si chiamavano RITA, LICIA, SPERANZA e ANTONELLO. Donne e uomini che 7 anni fa incontrarono la morte a Capoterra, durante l’alluvione del 28 Ottobre 2008 che fece questo e altro: mise in ginocchio la popolazione, devastò case, trascinò le auto dentro al fiume e da lì, con impeto, verso il mare.
Per giorni ci fu chi rimase senza indumenti, oppure con i vestiti inzuppati di fango per quell’evento che gli esperti hanno definito, “la più grande alluvione d’Italia“(VIDEO).
Dalle montagne circostanti il paese e nell’invaso idrico di Poggio dei Pini si riversò tantissima acqua piovana. I corsi d’acqua, invasi dai detriti, fecero il resito contribuendo alla formazione di vere e proprie ondate d’acqua e fango verso il centro abitato.
Si abbatté una immane sciagura che ancor oggi rappresenta per molti un vero e proprio incubo.
Tante persone rimasero infatti senza casa o con una casa da rifare, con i mobili da buttar via. Con un’auto da recuperare nel fiume. Con una vita da ricominciare e, peggio ancora, con gli inermi cittadini… da piangere.
Da quel giorno, quando il cielo si fa scuro, a Capoterra c’è chi fa gli scongiuri. E c’è stato anche chi, di recente, durante la pioggia eccezionale che ha allagato le strade d’accesso al paese il 30 settembre 2015, ha temuto che quella pioggia potesse causare l’ennesimo disastro.
Per queste ragioni, il 28 ottobre 2015, nel settimo anniversario di quel tragico evento, sarà tempo di riflessione. E di protesta. Sia per non dimenticare le vittime di quel disastro piovuto dal cielo, sia perché il territorio colpito merita per davvero un costante monitoraggio in termini di sicurezza, di pulizia degli argini dei fiumi, di contrasto al dissesto idrogeologico.
Sorge spontaneo chiederci cosa sia cambiato in sette anni dopo quel nefasto evento?
Nel dubbio un fatto è certo: il “Movimento Capoterra solidarietà – pari dignità” nella mattinata del 28 ottobre 2015 manifesterà a Cagliari, sotto il Consiglio Regionale per far sentire le proprie ragioni. Per chiedere la messa in sicurezza del territorio di Capoterra, Rio San Girolamo, Su Loi, Frutti d’Oro. Agglomerati urbani sorti in una zona fertile e paludosa, ricca di ulivi, ma nella foce di grandi fiumi soffocati o quasi, dal cemento.
Marcello Polastri
Immagini tratte dai siti:
http://topogigi.blog.deejay.it/2008/10/27/alluvione-cagliari/