Il mondo in una tazza si chiama Latte Art. È l’arte del creare cappuccini e caffè macchiati versando dalla lattiera dentro la tazzina, crema di latte con dei movimenti ben precisi che creano vere e proprie figure.
Il suo obiettivo? Far gioire e fidelizzare gli amanti della colazione servita al bar.
Si tratta di un biglietto da visita per i barman. È un segno contraddistintivo della loro professionalità rivolta ai clienti.
LA TECNICA consiste nel montar bene il latte e dopo averlo fatto schiumare nel modo giusto, in un apposito contenitore metallico, la lattiera appunto, e nel realizzare sull’orlo della tazzina, disegni e sfumature. Talvolta ricorrendo a qualche stratagemma unito alla Latte Art: topping al cioccolato e cacao in polvere scivolano appena sulla superficie del cappuccino pur senza mai affondare.
![Cappuccini2](https://www.sardegnasotterranea.org/wp-content/uploads/2015/12/Cappuccini2-300x168.jpg)
In tal caso entrano in scena appositi “strumenti”, ad esempio uno stuzzicadenti. Rispettando però sempre l’igiene. Cappuccini che diventano un fantasma, oppure una macchina, un paio di occhiali da sole: lo spazio per la fantasia, ben sappiamo, è libero e a tratti infinito.
Ideatore della Latte Art fu un barista italiano il cui nome è sconosciuto. Conosciamo però i nomi dei più abili barman che a Cagliari si cimentano in queste piccole e simpaticissime imprese quotidiane. Al di là dei plurioremiati.
Lavora al Capitol Caffè, ex cinema omonimo di via Roma. Ha 30 anni e da 15 lavora come barman con il suo bagaglio di specializzazioni nella caffetteria. “Le ho conseguite – afferma – per saper fare bene L’espresso e occuparmi della manutenzione della macchina del caffè per la colazione, così sull’arte del saper montare il latte“.
Anche Alessandro Ricevuto, 41 anni, cagliaritano, è uno dei più attivi artisti della colazione: “faccio il banconiere da 23 anni e amo dare anima e corpo al cappuccino. Ne realizzo centinaia al giorno, li decoro, invento nuovi disegni con la schiuma, usando anche gli stuzzicadenti per i disegni più elaborati“.
Il suo laboratorio è largo 1 metro quadrato. Giusto lo spazio per usar le sue mani tra la macchinetta del caffè e il bancone d’acciaio luccicante dell’ENI caffè.
Nel bardi Maria Pina Caria, sulla statale 131 (al Km 3,400 di Elmas) “elaboro i cappuccini per l’amore che nutro verso i miei clienti, donando loro quel pizzico di gioia mentre gustano un caffèlatte schiumato”.