Cagliari. Sarà perché il suo nome indica stampai o stampaxi, sinonimo di “vuoto” o di “creare buchi“, insomma di “cavità“…
Di certo sotto il quartiere Stampace qualcosa si muove. O meglio, si nasconde qualcosa smuove la terra e che dilava il terreno; lentamente, in modo apparentemente impercettibile, fino a quando l’asfalto – che in molti punti poggia sul vuoto – sprofonda sottoterra o si adagia nel fondo di una caverna.
È forse il caso della voragine verificatasi ieri davanti all’antica Fossa di San Guglielmo.
Stavolta, lo smottamento del terreno si è verificato all’ingresso dell’ex Clinica Aresu, all’incrocio tra via San Giorgio e la salita del parcheggio di via Cammino Nuovo.
LA VORAGINE è stata causata dall’acqua che scorre in una specie di condotta sotterranea: un lungo cunicolo scavato nella roccia, in parte costruito con dei vecchi mattoni di terracotta.
Già nel 2014 un passaggio sotterraneo simile causò una serie di smottamenti in via Santa Margherita; crollo dovuto quasi certamente alle acque sotterranee che scorrono incessantemente sia in via San Giorgio che Santa Marherita e Piazza Yenne .
Anche dopo lo sprofondamento del marciapiede nel 2014, una ispezione speleologica appuró che quel cunicolo riceveva acqua dalla parte alta del quartiere: l’apporto idrico di una falda sotterranea che, da monte (si ipotizzò dalla zona del Castello o appunto della Fossa di San Guglielmo), scendeva a valle, per finire in mare, nel porto.
Quel lungo cunicolo intercettava “Su Cundottu“, un sotterraneo che da via Azuni, nei pressi della Chiesa di Sant’Anna, attraversa il centro storico per smaltire le acque fognarie della città del 1600, e dei secoli successivi.
Sulla voragine che si era creata in via Santa Margherita intervenne la società Abbanoa. Come del resto è accaduto questa mattina all’incrocio tra la via San Giorgio e Cammino Nuovo.
Domani gli operai dovrebbero concludere il consolidamento del piano di calpestio.
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Dentro la voragine un ruscello di acqua pulita continua a scorrere e domani verrà indirizzato, con la costruzione di un nuovo manufatto, verso l’alveo del cunicolo che ha ceduto per motivi non del tutto chiari.
Quasi certamente si tratta di un passaggio d’acqua che viene smaltita dalle grotte che abbondano nella Fossa di San Guglielmo nella quale, nel secondo dopoguerra, è stata costruita la Clinica Aresu che ha comportato una profonda modifica del terreno locale.
Sotto l’ex Clinica Aresu esiste infatti la gigantesca cisterna (di ottima acqua, alla quale attingevano anche i nobili di Castello e i Vicerè) da cui partiva l’antica condotta sotterranea collegata a su Cunduttu, la via Angioy di oggi e dove le acque sorgive, copiose, venivano incanalate verso il porto.
Laddove però quel condotto “passa” sotto le case, e non di rado cede, nelle facciate delle case di Stampace fanno la loro comparsa le antipaticissime crepe.
Ma questa è un’altra storia della stessa facenda che approfondiremo prossimamente.
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