Il cemento sulla vecchia cava: occulterà i tesori romani?

Cemento sull’antica cava: nasconderanno i nostri tesori. L’allarme è del Gruppo cavità cagliaritane. Il progetto degli edifici in vico II Merello a Cagliari è stato bocciato dalle associazioni ecologiste. L’area individuata per realizzare i palazzi è in prossimità di una cavità sotterranea e gli ambientalisti dicono: “è come se costruissero nell’orto dei Cappuccini”.

 «I palazzi di vico Merello occultano un’antica cava romana ». Dopo l’allarme della commissione Cultura, è il Gruppo speleo archeologico Cavità Cagliaritane, a sparare alzo zero contro il piano di recupero “Vecchia cava”: due edifici di quattro piani più attico in un vuoto urbano del centro storico a pochi passi da un’antica cava. Un progetto votato una decina di anni fa e oggi in fase di esecuzione.

L’ASSOCIAZIONE, denuncia come l’intervento edilizio andrà a nascondere una cava romana di grande interesse culturale. «Ci preme sottolineare che tali palazzoni », spiega Marcello Polastri, «inseriti all’interno di una vasta cava di pietra larga ben trecento metri e profonda venti, situata tra viale Merello e viale Buoncammino, occulteranno per sempre l’ingresso di una grandiosa la tomia, e cioè una cava sotterranea d’età romana, che presentava alcuni ambienti a cielo aperto». Il sito sarebbe importante dal punto di vista speleologico- urbano, e archeologico in quanto, al suo interno, secondo l’associazione gli scavi scientifici non sarebbero mai stati effettuati.

LA CAVA SOTTERRANEA, articolata in diversi saloni, si estende sotto il colle calcareo di Buoncammino per circa mille metri quadri, e veniva usata per estrarre i blocchi rocciosi utili alla crescita della soprastante città a partire dall’epoca romana, pisana, aragonese e spagnola. La stessa caverna, sarebbe poi stata utilizzata come rifugio di guerra, divenendo un centro radio e poi, dal dopoguerra, è divenuta un’abitazione civile per diverse famiglie di senzatetto. «Fa specie», commenta Marcello Polastri, «apprendere per l’ennesima volta che i beni identitari di Cagliari, come la storica latomia di vico II Merello, passano quasi obbligatoriamente in secondo piano e sono oggetto di sacrificio per fare spazio a nuovi palazzi e costruzioni. Anche», conclude, «con il benestare delle Soprintendenze che, pur non avendo scavato scientificamente il sito, sembrano voler passare la mano ».

ALL’ATTACCO gli ambientalisti: «È come se domani costruissero nell’orto dei Capppuccini», commenta Stefano Deliperi, del Gruppo di Intervento giuridico. «Una rappresentazione teatrale», denuncia Roberto Copparoni di Amici  della Terra, «dove tutti fanno finta di non conoscere l’esito finale della trama. Anche questa diatriba sarà politicizzata con buona pace della sinistra e gioia della destra. E l’ulteriore tassello si sarà collocato». Il consigliere regionale Massimo Zedda, di Sinistra democratica, chiede il recupero degli immobili esistenti e lo stop al consumo del territorio.

Da: Il Sardegna, 26 ottobre 2009.

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