Marcello Polastri si cala sottoterra

Speleologia urbana a Cagliari

E’ particolarmente difficile, anche per un abile speleologo, dare una precisa definizione della Speleologia Urbana dato che la stessa si occupa di tutti gli argomenti e fenomeni legati allo studio delle cavità celate sotto un centro abitato. Siamo a conoscenza che il termine Speleologia è composto da due parole fondamentali derivate dal greco antico: spèlaion, “caverna“, e lògos, “ragionamento“. Quindi, se la parola Speleologia, alla lettera indica: “scienza” o “studio delle grotte“, la parola Speleologia Urbana, dovrebbe indicare “studio delle cavità sottostanti il territorio urbano“.

Constatato che a Cagliari, come del resto in altre città, le cavità presenti sono state concepite in antichità dai cosiddetti “popoli colonizzatori“, la Speleologia Urbana, intesa come “scienza analitica e documentarista del mondo sotterraneo cittadino”, si avvale della consultazione di affascinati materie come l’archeologia, la mineralogia, la geologia, la storia, l’idraulica, la fotografia, ecc. La Speleologia Urbana non si limita quindi, come molti credono, alla sola esplorazione e rilievo delle cavità sotterranee, ma si occupa di tutto quel che circonda le stesse, studiando le originarie fasi di scavo e creazione per favorire l’utilizzo da parte dell’uomo, il riutilizzo, l’abbandono, il ripristino e talvolta la distruzione nelle sue cause, spesso incerte e incomprese.

Cagliari, in questa ottica particolare, è ricca di storia e mostra un promettente campo di indagine dato che presenta cavità scavate fin dalla più remota antichità, ampliate dai Fenici, Cartaginesi, Romani, e riutilizzate per un plurimillenario arco di tempo che tocca il periodo della seconda guerra mondiale, quando molti sotterranei, una volta utilizzati come rifugi militari e civili della seconda guerra mondiale, si popolarono di poveri “senzatetto”.

L’immagine documenta una fase esplorativa effettuata dal G.C.C. presso la “Grotta Guglielmini” (o di San Giorgio, chiamata anche si San Guglielmo) situata esattamente nella Fossa di Santu Lemuo Guglielmo“, sotto la trafficata via Porcell. Questa cavità che supera i quattrocento metri di sviluppo planimetrico, si articola su tre livelli contigui perchè riutilizzò – per opera umana – tre vaste cisterne cartaginesi scavate nel calcare miocenico del colle di Buoncammino. Intorno al 1940 la caverna ha ospitato un vero e proprio ospedale sotterraneo allestito in occasione del secondo conflitto mondiale. Una volta abbandonato dalla presenza umana, l’ospedale è caduto in rovina e i suoi cameroni, situati alla profondità di circa venti metri sotto la trafficata via Porcell, hanno accolto le limpide acque di una falda di portata.

La realtà di questa cavità impropriamente chiamata grotta, offre un valido esempio per capire l’ininterrotta frequentazione umana di un ambiente sotterraneo situato nel sottosuolo di Cagliari.

Le prospezioni speleologiche in questo sito sono tutt’ora in corso.

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