Scavo nel terreno

La Hack l’ha detta grossa sul nucleare in Sardegna?

Scavo nel terrenoE’ il quesito formulato da Marcello Polastri, Presidente del Gruppo Cavità Cagliaritane che in questo articolo snocciola i dati sulle possibili scosse di terremoto in Sardegna nel corso degli ultimi secoli. Un articolo interessante, che stimola la riflessione.

 

Sappiamo che la proposta a favore delle centrali nucleari in Sardegna ha suscitato una valanga di proteste.
Anche nel Belpaese si ripensa all’ipotesi nucleare ai potenziali pericoli dopo il disastro del Giappone che, speriamo, possa diventare solo un ricordo e non quel che più si teme…

Ebbene, o meglio ” e male”, l’astrofisica Margherita Hack, dichiarandosi a favore del nucleare, ha sostenuto sui giornali nostrani: “le centrali potrebbero essere costruite in Sardegna perché è una delle regioni con il minor rischio terremoti”.

Diamine, lo ha detto lei, una grande scienziata. Lo ha detto si: in un convegno a Trieste. Lo ha ribadito in un’intervista al Giornale, alle agenzie di stampa.
«Esiste – dice – il problema della conformazione dell’Italia come paese sismico ed è quindi necessario scegliere con grande attenzione zone sicure, come l’isola”.
Perchè Margherita Hack non viene nella Cattedrale di Cagliari? 
Sapete per cosa? Per fre un giretto nei sotterranei, e osservare certe stane crepe sulla roccia… e poi una lapide, sempre nella Cattedrale, con una scritta incisa sulla dura roccia, in latino, che ricorda un sisma verificatosi nel 1616.

 
Non stiamo dicendo: c’è stato il terremoto. Ma il dubbio esiste, eccome! Anche perchè che senso avrebbe quella scritta incisa con le sue lettere cubitali nella sacrestia del Duomo di Cagliari?
Un dubblio non indifferente, che ha spinto un team di studiosi a intraprendere, per di più con successo, una lunga indagine in Sardegna accertando che parecchie torri campanarie e tante chiese, da quell’anno spesero fior di quattrini per riparare i danni provocati verosimilmente dalla scossa di terremoto che interessò l’isola.

Non è tutto:   un leggero sisma viene riportato dagli storici nel 1771, e si sarebbe verificato nella parte meridionale dell’isola.
Ora, parliamo di scientifica, di dati scientifici: il primo terremoto “censito” dall’Istituto Nazionale di geofisica risale al 1838. E gli effetti furono misurati con la scala Mercalli soltanto in seguito, in quanto non esistevano strumenti per misurare la magnitudo, e stabilirono un record per i sismi nell’isola: sesto grado.
Nel 1870 una scossa del 5° grado Mercalli (mica piccola) partì da Ittireddu, nel Goceano, nella parte centro-settentrionale dell’isola.

Ancora: 13 novembre del 1948, sisma del 6° grado della scala Mercalli. Epicentro? in mare, nelle acque del Canale di Sardegna, pressi Tunisia.
E per chi pensa a scosse lievi di assestamento, ecco altri dati: 1960. Un altro terremoto del 5° grado della scala Mercalli: epicentro nei dintorni di Tempio.
Nell’agosto del 1977, causato dal vulcano sottomarino Quirino, il terremoto fu registrato nelle vicinanze di Cagliari.
Ora ci fermiamo qui. A riflettere, seriamente, sul nucleare in Sardegna.
Meglio altrove, meglio altrove…

In Giappone? Nooo. I giapponesi, dopo lo tsunami, tentano di evitare che la catastrofe si trasformi in apocalisse per quegli atomi che potrebbero impazzire!
I giapponesi, dopo lo tsunami, tentano di evitare che la catastrofe si trasformi in apocalisse per quegli atomi che potrebbero impazzire! E la storia si fa esperienza. E ci suggesrisce: state attenti!
Ma la dichiarazione della Hack, che io stimo, ha fatto perdere alla scienziata qualche punto!
Margherita, vuole le centrali nucleari in Sardegna?

Margherita, membro dell’Accademia dei Lincei e di prestigiose società scientifiche internazionali, che ha diretto dipartimenti di astronomia e svolto un’intensa attività divulgativa, da scienziata di primissimo livello che non è mai stata un’esperta né di energia atomica né di geologia,
visiti la Sardegna, la Cattedrale di Cagliari, e magari innamorandosi del nostro territorio giù inquinato tra basi militari e fabbriche, riveda le sue dichiarazioni.

Dica no al nucleare nel dubbio che i terremoti, in passato, hanno “baciato” o solo sfiorato la nostra isola millenaria.
Nel dubbio che anche la nostra civiltà nuragica forse è stata scoquassata da uno tsunami nei tempi atlantidei.
Nel dubbio che non è sinonimo di certezza, che anche dalle nostre parti come altrove, i rischi, di fatto, ci sono. Eccome!

Marcello Polastri

 

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