Scompare Pinuccio Sciola e la sua sarà arte eterna

Era da tempo sofferente ma cercava di non far trapelare nulla; la sua ora è giunta improvvisa, dopo il ricovero in ospedale di qualche girono fa.

PINUCCIO SCIOLA ci lascia all’età di 74 anni quando ha trovato l’energia, rinnovata, per realizzare una nuova mostra.

Un uomo gentile, e geniale, muore. Ma la sua eredità artistica sopravviverà nelle pietre alle quali lui, scultore di San Sperate, ha saputo dare “corpo e anima”.

SCIOLA (classe 1942) dunque c’è e ci sarà solo se vorremo: basterà osservare le pietre scolpite dalla sue mani esperte o i suoi murales. Opere d’arte che abbelliscono San Sperate come tanti altri paesi isolani.

Pinuccio Sciola in una immagine tratta dal sito: Pinuccio Sciola in una immagine tratta dal web: http://www.psmuseum.it

Pinuccio Sciola in una immagine tratta dal sito: http://www.psmuseum.it

Le sue mani, legate ad anni di studi liceali, di prove, esperienze, sofferenza, delusioni è importantissimi riconoscimenti. Le sue mani, già, mosse dalla capacità innata del suo pensare alle forme, ai colori, al suono. Nel saper usare martello e scalpello e poi, negli ultimissimi anni, lo smeriglio per “far parlare le pietre“.

Quelle rocce simili a “pietre fitte” o a dee-madri giganti, smerigliate, solcate da tagli che a sfiorarli emettono suoni incredibili.

Sciola e la sua arte scultorea

Sciola e la sua arte scultorea

Basterebbe osservare le pietre scolpite da Sciola e i suoi murales appunto, per capire chi è stato per la Sardegna, per riconoscere il suo sconfinato bagaglio culturale.

Da un lato la sua morte apre un vuoto incolmabile e lascia sgomenti. Perché la Sardegna perde un figlio dotato di grande sensibilità, artista unico nel suo genere, apprezzatissimo nel panorama culturale non solo isolano.

Le sue sculture – tra esse le “pietre sonore” – sono visibili in molte città e paesi, nei parchi pubblici ed in quelli extraurbani. Sculture di Sciola in tante piazze: non solo cittadine, finanche d’erba spontanea come ad esempio in alcune zone montuose e sul ciglio di importanti arterie stradali.

Per sorprendere, farci riflettere, rievocare l’anima della Sardegna arcaica e al tempo stesso moderna.

Addio Pinuccio, grazie per quel che hai fatto con grande passione, per la nostra terra. Che – si usa dire – ti sia lieve. E sulla quale rimarrà il peso della tua arte, grazie soprattutto a quelle “pietre sonore”, tua novità assoluta in campo scultoreo, che verranno risobate in tuo ricordo. Sarà come un battito ancestrale e già si fa sentire.

Marcello Polastri 

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