Colonia a Chia

Ecco i tesori ritrovati a Chia ma stiano attenti i tombaroli!

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Una scoperta eccezionale messa in luce due settimane fa dalle onde del mare in burrasca a Chia, nella spiaggia de Sa Colonia, ha messo alla prova archeologi e i loro assistenti di scavo. Intenti a prelevare dal terreno oggetti antichi e preziosi che rischiavano di essere “afferrati” dai flutti e trascinati nel mare. 

Colonia a Chia

Gli archeologi al lavoro a Sa Colonia, nella spiaggia di Chia.

Giorno e notte gli studiosi del Ministero per i Beni culturali, sotto la supervisione di due funzionari statali, sono impegnati in uno scavo archeologico d’urgenza, dove a pochi passi dal bagnasciuga, l’attività delle onde marina ha messo in luce tombe vecchie di millenni, e i loro corredi funerari.  

L’avvistamento di resti archeologici a Sa Colonia era stata segnalata giorni fa al team esplorativo  Sardegna Sotterranea, ed in tanti si sono rivolti alle autorità auspicando la salvaguardia del sito  (VIDEO).

Poi la presenza degli archeologi…

Pugnale da Chia.

Un pugnale trovato a Bitia, Chia. Figura tratta da: L. Napoli, E. Pompianu, L’incontro tra i Fenici e gli indigeni nel golfo di Oristano (Sardegna), in M. Dalla e Riva, H. Di Giuseppe, Bollettino di Archeologia on line I, 2011.

La zona di Chia, sottoposta all’attuale indagine di scavo ha restituito già in passato tantissimi resti, ad esempio armi nuragiche che accompagnavano i diversi defunti di Bithia, inumati o nella zona detta fenicia. 

GLI SCAVI attuali hanno riportato alla luce individui sepolti nel terreno, e altri ancora ridotti in ceneri. Molte tombe aperte anticamere nel terreno, sono state rifinite con grandi massi di roccia. 

Scoperta Chia gennaio 2017

Uno dei pezzi di carbone usati per i rituali funerari a Chia

La notte, quando gli archeologi lasciano il sito, entrano in azione gli agenti della Forestale, consapevoli che da quelle parti si muovono esperti tombaroli.

Anche stanotte, così domani, la zona saràte   video-sorvegliata con una potente telecamera a infrarossi collegata in video, grazie alla tecnologia satellitare, agli agenti che a bordo di un’auto stanno nei paraggi in attesa del fesso di turno che metterà le mani su qualche reperto.

Chia scoperta

Una delle tante tombe scoperte a Chia nel gennaio 2017

Perché questo angolo di Sardegna riportato alla luce dalla furia del mare (questo weekend sono previste nuove mareggiate), di reperti preziosi è particolarmente ricco: anfore, gioielli, armi e vari altri effetti personali dei defunti, oggetti che compongono gli offertori e i corredi funerari.

Un muro frangiflutti a Chia e, dietro, le tombe antiche.

Reperti vecchi di millenni, ancora da decifrare, da recuperare. Pur sempre da proteggere. Sapevate ad esempio che qualche anno fa, sempre durante una mareggiata, saltarono fuori dalla sabbia parecchie ossa umane e reperti.

Anche allora intervennero gli archeologi della Soprintendenza che rinvennero delle armature di ferro, e delle lancie. Tombe di guerrieri, dunque, quelle di Chia, scavate nel terreno e anche composte da pesanti massi squadrati di pietra.

Le sepolture scoperte a Sa Colonia davanti al mare di Chia.

Fanno parte dei primi insediamenti – così ci è sempre stato detto – dei Fenici, e sorsero a Karalis, a Nora (nei pressi di Pula), a Bithia (zona Chia), a Sulki nell’isola di Sant’Antioco, a Tharros nella penisola del Sinis, poi a Neapolis presso Guspini, e a Bosa.

La Sardegna è una terra ricca di storia, di quella nuragica, dei guerrieri Shardana che andavano per mare, e delle civiltà fenicio-punica, romana, ma non solo.

Questa nuova scoperta che abbiamo documentato in esclusiva, è meritevole di una attenta riflessione: va valorizzata, esposta, possibilmente assieme alle altre ricchezze ritrovate a Chia.

Chia, la zona delle tombe scoperte dal mare in burrasca.

Corredi funerari, armature, armi, oggetti preziosi dal punto di vista sia materiale che spirituale, per l’importanza identitaria che rivestono.

Cercheremo di saperne di più, di farci portatori di interesse collettivi per meglio capire e poi dire chi eravamo, chi siamo stati in passato, qual è la vera storia e identità della nostra terra, da mettere in vetrina possibilmente. 

Marcello Polastri

 

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