Lago sotterraneo

Il GCC in tv a Mistero: tra esplorazioni e novità

Sotto Cagliari esiste un sito abbandonato dal secondo dopoguerra. Ospito’ antichi cavatori e divenne una cava di pietre, poi una cisterna, poi una sorta di chiesa rupestre. E’ il sotterraneo di S. Guglielmo: nel 1943 divenne un vero ospedale sotterraneo. Abbandonato da 70 anni. A questo sito il programma Tv Mistero ha dedicato un approfondimento: vedi il video

Il GCC e TESES a Mistero, per mostrare un ospedale sotterraneo e la sua storia

ALLA RICERCA DELLA FONTE SACRA

Una sacra fonte in grotta tra i Bastioni di Santa Croce e l’Ospedale San Giovanni di Dio

 


I sotterranei, luogo della scoperta

Cagliari. C’era una volta una sorgente sacra. Un fonte d’acqua che veniva usata dal volgo fino al 1800 e poi cadde nel dimenticatoio.

Prima dell’impiego fatto dal popolo, racconta la letteratura, in via esclusiva erano i nobili che si servivano di quell’acqua: rappresentava una immensa ricchezza per Cagliari e per l’intera Sardegna.

Quella fonte era situata in un posto che un sacerdote visitò nel 1861, ricordando un “proverbio satirico” che il popolo invento’ su quell’acqua, tanto era buona e, però, “poco visibile” perchè  nascosta in una grotta.

Preso in mano il libro del sacerdote, gli esploratori del Gruppo Teses e Cavità Cagliaritane hanno verificato se quella fonte sacra esiste ancora.

Ricevuto il permesso alla Pubblica Amministrazione per l’accesso ai terreni che sorgono su quella sorgente e alle grotte che la ospitano, il viaggio ha avuto inizio…

Giugno 2011, il conduttore Daniele Bossari, Luigi Bavagnoli presidente del Team esplorativo Teses e Marcello Polastri, giornalista, hanno unito forze e coraggio: con un gruppo di speleologi si sono calati nel sottosuolo di Cagliari, rendendo partecipe il grande pubblico mostrando un sottosuolo poco noto.

L’obiettivo era realizzare una esplorazione che, seguita dalle telecamere – alla pratica della “speleologia urbana” quale sport talvolta estremo e pericoloso (se affrontato senza conoscere tecniche esplorative e di progressione) ma anche affascinante e sano – potesse far luce su uno dei tanti posti dimenticati da tempo e, come abbiamo osservato, degradato.

E’ emerso agli occhi degli italiani un complesso sotterraneo celato sotto Cagliari, abbandonato e ancor oggi, per fortuna, custodiva la fonte sacra.

Quel che sorprende maggiormente è un fatto: dentro quella fonte, in fondo all’acqua, c’erano tantissime ossa umane. E’ stato questo che gli esploratori hanno ritrovato e, pensando ad una scoperta, hanno divulgato al pubblico.

Anche nella terra fangosa invasa dai segni dell’uomo moderno (rifiuti), in quelle profonde cavità sotterranee, si notavano resti ossei abbandonati, come in una palese situazione di degrado.

“Alla paura e allo sconcerto per l’avvistameno delle ossa dentro l’acqua e di alcune incisioni a forma di croce nelle pareti rocciose – raccontano gli esploratori – abbiamo provato un senso di tristezza nel notare l’incuria del tempo e dell’uomo che ha ridotto questi siti ad una sorta di pattumiera, mentre nel lontano passato erano forse parte integrande di un sito religioso, una sorta di grande insediamento rupestre usato per molto tempo”.

Vedi il video.

 

IL SITO

Il complesso sotterraneo, accessibile dal retro di alcuni edifici, è situato dentro la Fossa di San Guglielmo.

In tv non sono stati mostrati gli ingressi e così negli interventi sulla stampa, per il timore che il luogo possa correre rischi. Cosa differente, purtroppo, ha fatto una “associazione” vantando di aver riscoperto questi luoghi, descritti nel 1861 dal Canonico Spano, ma di fatto infischiandosi del lungo stato di abbandono che il sito ha conosciuto.

Dal vecchio ospedale del tempo di guerra, costruito all’interno di una imponente caverna pluricamerale dotata di cunicoli ed una suggestiva scalinata che si addentra parecchi metri sottoterra, gli speleologi hanno esplorato grandi sale, anditi silenti, spingendosi ache dentro le intercapedini laterali: vere e proprie fessure ricavate tra le pareti di cemento e la roccia della grotta.

Queste intercapedini, osservate e mostrate in una Tv per la prima volta, quindi in esclusiva, hanno svelato l’esistenza di segni sacri: dentro questi angusti spazi, a tratti claustrofobici, gli esploratori procedendo lentamente hanno notato canalette scavate nella roccia simile a bacili, nicchie ed anche croci incise a dimostrazione che in antichità, questi siti, erano posti in un certo senso sacri.

In un altro settore della grotta, scavi profondi come bacili, angoli sacri, simili ad acquasantiere sotto i segni incisi di grandi croci.

Unendo la presenza di ossa a segni di ocra rossa sulle pareti di roccia e a quei segni “sacri”, hanno pensato ad una sorta di catacomba.

Tuttavia, fin qui, i componenti del Team non hanno trovato alcuna fonte, eccetto oggetti del recente passato: scarpe vecchie, bottiglie, macerie, forse appartenenti al periodo della seconda guerra mondiale in considerazione del fatto che la grotta era stata adibita a ospedale sotto le bombe del 1943.

Si notavano anche vecchi armadi arruginiti e decadenti, segno che il luogo e’ stato frequentato anche dopo la seconda guerra mondiale.

Leggendo il testo del 1800 (che si sono portati appresso) è stato ipotizzato che quel sacerdote che nel 1861 descrisse l’esistenza di un eremo sotterraneo, frequentato – a suo dire – da “monaci dei quali tace la storia…”, forse si riferiva a questo luogo. Anche se esiste fino ad oggi nessun dato certo.

Ma, va detto, gli indizi dell’eremo rupestre e della fonte d’acqua ci sono eccome.

 

Invitiamo i cittadini, gli appassionati, a scriverci se avessero immagini di quest’area e dei sotterranei: sardegnasotterranea@tiscali.it

 

 

Un angolo della cavità

Questa immagine documenta le linee di livello lasciate dalla lunga permanenza dell’acqua nel corso degli anni, all’interno dei sotterranei denominati “Grotte di San Guglielmo”, cavità artificiali note per le acque limpide “amate dal Vicerè” e dove l’acqua, come dimostra questa immagine, in gran parte si è ritirata. Tracce così scure (linee di livello) indicano che l’acqua si è ritirata nel tempo, soprattutto nel recente periodo estivo.

150 anni fa queste grotte furono menzionate nei testi ottocenteschi ma non sappiamo se, di fatto, erano parzialmente o completamente allagate.

Un prete-archeologo nel 1961 descrisse “mucchi di ossa” dentro una vasta spelonca. Forse questa.

 

 

 

 

 

 

 

SI RINGRAZIANO PER L’INDAGINE ESPLORATIVA E LA RICERCA

Andrea Verdini, Eleonora Murgia e Fabrizio Raccis, speleologi Teses e del Gruppo Cavità Cagliaritane.

Marcello Polastri e Luigi Bavagnoli, Presidenti Gruppi Cavità Cagliaritane e Teses.

Per le esplorazioni subacquee: Giuseppe Melis, sub.

 

Per le analisi delle Acque:

Dott. Ignazio Tolu, Assessore all’Ambiente della Prov.cia di Cagliari

 

Per la comunicazione giornalistico-televisiva:

Daniele Bossari,Marcello Polastri, Luigi Bavagnoli.

Operatore immagini: Alessandro Melis, fotografo e A. Cavalli.

 

Consulenti esperti consultati:

Prof. Gaetano Ranieri, ricerca geo-referenziata, indagine geo-fisica e geognostica, tomografia applicata.

Prof. Enrico Atzeni, archeologo, per la ricerca storico-archeologica.

 

Funzionari della Soprintendenza archeologica contattati:

Dott.ssa Donatella Mureddu, Soprintendenza Archeologica di Cagliari.

Dott.ssa Donatella Salvi, Direttore archeologo.

 

Istituzioni coinvolte, auspicando la valorizzazione dei complessi sotterranei:

Comune di Cagliari, Provincia di Cagliari, Soprintendenza Archeologica per le Prov.ce di Cagliari e Oristano, Commissione Pontificia Vaticana, Azienda Ospedaliera Universitaria – Università degli Studi di Cagliari.

Gruppi esplorativi Cavità Cagliaritane e Teses.

 

Per la comunicazione si ringrazia: Staff di MaxInfo Sardegna

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