La chiamano Tuvixeddu ed è una collina che sorge alle porte di Cagliari.
In tanti la conoscono per la presenza di una vasta necropoli meglio nota come “la necropoli punica”.
Quel che pochi conoscono, invece, è la presenza nel suo sottosuolo di gallerie e cunicoli, di pozzi e cisterne vecchie di decenni.
Nell’insieme formano un complesso sotterraneo per certi aspetti labirintico.
Ad esservarle bene queste cavità sotterranee sono vecchie – perlomeno alcune di esse – di secoli.
Sardegna Sotterranea, pensando all’abbandono che regna sovrano in questi luoghi della memoria, avvalendosi di un affiatato team di ricercatori e di studiosi, ha recentemente esplorato il sottosuolo del colle dei morti. Che poi, tanto morti non sono.
Guardate queste belle immagini di Davide Cunico. Dalle istantanee si evinche che le fatiche di quanti sono stati sepolti a Tuvixeddu, in realtà, “parlano” ancora, sono capaci di raccontarci un passato solo apparentemente lontano dal nostro vivere quotidiano.
Basterebbe infatti osservare attentamente i segni incisi nella roccia calcarea, sia in superficie che sottoterra, a Tuvixeddu, per conoscere quanto hanno faticato e come si sono comportati gli antichi abitatori di Cagliari.
Uomini del passato che hanno creato cunicoli per il trasporto dell’acqua (oggi usiamo le condotte e per ospitarle scaviamo le trincee).
Fenici e Punici hanno invece scavato la roccia, per creare camere funerarie accessibili da pozzi, per accogliere i defunti: oggi usiamo loculi prefabbricati in cemento, ben visibili in superficie.
Un tempo, però, la città del sole, quella di superficie dialogava maggiormente con la città sotterranea, ricca di leggende e misteri.
Della Cagliari fenicio-punica e della città romana, attraverso le nostre esplorazioni, racconteremo presto non poche curiosità e avventure.
Ci divertiremo e al tempo stesso, scopriremo tanti legami con quei morti che nel passato, già guardavano al futuro.
Marcello Polastri
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