La Sardegna inaccessibile che diventa fruibile. Basta volerlo!

Il Nuraghe "rosso" a Orroli.

Il Nuraghe “rosso” a Orroli.

La Sardegna con le sue miniere (per la maggior parte abbandonate), le città sotterranee, i cimiteri monumentali ed altri siti culturali bisognosi di restauro costante, l’isola delle bellezze ambientali diverse da quelle sciorinate nelle riviste del viaggio Alpitour, è una terra tutta da scoprire. Da raccontare. Poi c’è l’archeologia, la storia, le leggende. I ruderi misteriosi, sovente minacciati dall’incuria.
Per mostrare e godere di queste bellezze, è anzitutto necessario conoscerla per davvero la a Sardegna: conoscere la sua
parte nascosta, sotterranea, quella poco nota. Ma non per questo meno bella. Anzi…

Ad onor del vero non tutte le guide che accompagnano i visitatori la conoscono a fondo questa terra plurimillenaria. Non è detto che i ciceroni siano o debbano essere tutti uguali. Ma pochi amano le sue rughe più espressive, o conoscono o vogliono raccontare ad esempio i luoghi più autentici e veraci della terra dei nuraghi.

Luoghi solo in parte visibili, pur avendo dato vita, nei secoli passati, agli attuali centri abitati: Sassari, Nuoro, Oristano e infine Cagliari, che pur essendo il capoluogo di regione, non fa eccezione alla regola. Stando a quel che raccontano i media.

Anfiteatro romano di Cagliari.

Anfiteatro romano di Cagliari.

Così ha scritto Rita Pischedda su Casteddu On Line il 6 gennaio 2016:

Il 17 gennaio in Viale Sant’Ignazio  a Cagliari inizieranno i lavori per eliminare la cosiddetta “legnaia” dall’Anfiteatro Romano (…) l’impalcatura di legno e ferro utilizzata per rendere la gradinata usufruibile, ma che con il tempo non ha retto alle intemperie. Questo è l’auspicio. Tuttavia l’arrivo in porto delle navi da crociera pare possa far slittare la data dei lavori, perché dal Comune è emersa la volontà di presentare il sito allo stato attuale e non come un cantiere aperto. Ciononostante, una visita odierna ha fatto emergere una verità cittadina: l’Anfiteatro non è valorizzato quanto merita.

 La situazione attuale  è provvisoria ma la storia rimane sempre la stessa, indelebile nella carta e nel tempo”.

Cagliari. L'arena dell'anfiteatro.

Cagliari. L’arena dell’anfiteatro.


“All’Anfiteatro di Cagliari
prosegue il quotidiano regionale – vi è una biglietteria ad accogliere il visitatore, nella quale si può acquistare un ingresso per fare una visita guidata, ma non vi sono brochure, libri fotografici o materiale informativo che diano al visitatore un’immagine della struttura prima della “legnaia”, che facciano una sintesi della storia dell’Anfiteatro e del suo ruolo di aggregazione per gli abitanti dell’antica Karalis tra il I e il II Secolo  d.c.

Eppure non siamo forse abituati a trovare ogni tipo di gadget nei musei e nei siti archeologici Italiani o stranieri? Il Comune ce la sta veramente mettendo tutta per abilitare la struttura a sito archeologico?

Al momento rimane una speranza. Per ora l’Anfiteatro chiude nel giorno dell’Epifania ma rimane aperto nei fine settimana e durante l’arrivo delle navi da crociera che stanno toccando il porto di Cagliari facendolo diventare una destinazione “ambita”. 

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L’Anfiteatro, secondo l’articolista di Casteddu OnLine,rappresenta un’ottima attrattiva vista la sua storia, la sua posizione panoramica e la sua struttura imponente per cui si presta ad essere un fiore all’occhiello del capoluogo sardo.
Per il momento a mantenere l’Anfiteatro in vita vi è una cooperativa chiamata “La Memoria Storica”, attiva su tutto il territorio sardo che gestisce musei, siti archeologici e biblioteche.


Difficile trovare un visitatore cagliaritano, mentre gli stranieri fanno la fila per scoprire le bellezze della nostra città. Un occhio più attento alle bellezze di casa nostra, nel tentativo di amarle e valorizzarle affinché la nostra memoria possa essere tramandata per conoscerne appieno il suo significato, è fortemente auspicabile”.

Orbene. Forse sarà più comprensibile perché il sodalizio Sardegna Sotterranea si batte da tempo per offrire ai cittadini cagliaritani e ai turisti la possibilità di visitare siti chiusi al pubblico, solitamente abbandonati, lasciati all’incuria del tempo e degli uomini.

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Unendo alla visita dei siti turistici, ma che ben poche volte vedono i turisti, a quei siti meno noti, che talvolta abbiamo sotto i nostri piedi e che nessuno conosce. Anzi, a conoscerli sono spesso gli sbandati, i senzatetto, chi vi scarica rifiuti, lascia siringhe o scocche di motorini rubati.
I cagliaritani, come scrive la giornalista, non visitano l’anfiteatro romano della loro città? Forse perché non sono stati sufficientemente coinvolti. E al pari di altri cittadini, sono demotivati. Magari chi se lo può permettere pensa di visitare altri luoghi, viaggiando fuori dal proprio territorio.

Eppure, laddove coinvolti, i cittadini  potrebbero divenire i primi sostenitori della battaglia contro l’abbandono. E, prima ancora, i conoscitori effettivi del vissuto cittadino.

I cittadini custodi dei loro beni. Custodi delle bellezze della propria città, amanti del bello da mostrare ad altri. Ciò potrebbe ingenerare qualche timore nella politica del fare: chi conosce, spesso dispensa giudizi. Ed i politici non amano essere giudicati da chi li ha votati.

Per questa ragione, mossi dalla voglia di salvare il salvabile e di mostrare quel che è bene mostrare proseguiremo, con la passione di sempre, nel far vedere cosa effettivamente la Sardegna nasconde. Cosa è celato nel suo sottosuolo, nei suoi giardini abbandonati, cosa sopravvive dietro i cancelli arrugginiti, al di là delle recinzioni e degli assurdi divieti. Ad esempio la bellezza – a tratti selvaggia – delle aree minerarie, talune chiuse da reti divelte con la scusante che, essendo le medesime aree “pericolanti“, debbano quasi per forza crollare nell’indifferenza generale.  Ciò è assurdo.

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Conoscere significa scoprire e apprezzare la nostra storia perché diversamente andrà perduta. Affinché questo non accada è necessario amare il nostro passato, le nostre testimonianze. Chi, più del un abitante di un determinato luogo, potrebbe conoscere a fondo quel dato sito?

Allora È NECESSARIO, oggi più di ieri, conoscere e conoscerci guardando al passato, preservandolo, pur presentandolo ai più e, dunque, valorizzandolo. Ingenerando un processo contrario al degrado, e inverso, per un domani migliore per tutti.

Perché ci si lagna sempre della politica del non fare e siamo noi i primi a non fare?

Diventiamo artefici del destino del nostro passato!

Il Gruppo cavità in esplorazione

Sardegna sotterranea in visita nel cuore della storia

Noi siamo qui, a disposizione, per conoscere e far conoscere come un tramite che traghetta quanti desiderano raggiungere mete insolite. Siamo anzitutto studiosi che non si fermano alle apparenze e che si calano in mondi insidiosi, in sotterranei fangosi per accompagnare i vivi nelle opere e nei manufatti realizzati da chi non c’è più, da quanti desideravano poter essere ricordati. Anche attraverso tutto quel che è stato creato. Noi siamo qui, a vostra disposizione, per mostrarvi la Sardegna meno nota. Sotterranea e non solo.

Per partecipare con noi ecrescere insieme scrivici a: sardegnasotterranea@gmail.com

Ti aspettiamo!

Alcune nostre recenti iniziative:

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