Le Jene e contro il sugo di pomodoro finto Made in Italy

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Nadia Toffa negli studi del programma “Le Jene”.

Secondo voi quando compriamo un sugo pronto con la scritta “prodotto in Italia” oppure “Made in Italy”, dentro il barattolo, la bottiglia e insomma dentro al sugo cosa c’è? Se è MADE IN ITALY, a rigor di logica, verrebbe da pensare che dentro ci siano pomodori italiani. Non trovate? I invece non sarebbe così.

Ad affermarlo sono, secondo una notizia che da ieri circola in rete, i giornalisti televisivi delle Jene che hanno lanciato una campagna mediatica, composta tra l’altro da una petizione on line. “Per diventare Made in Italy – apprendiamo dal testo della petizione – per la legge italiana basta che la lavorazione sostanziale sia fatta in Italia”.

“Abbiamo scoperto – proseguono le Jene – che potremmo comprarci un sugo pronto fatto con il 100% di pomodoro cinese, ma con su scritto Made in Italy. E visto che i controlli in dogana sono pochi e le leggi su metalli pesanti e fitofarmaci sono molto diverse tra i vari paesi del mondo, rischiamo di mangiarci una marea di schifezze senza neanche saperlo”.

Da qui l’appello: <<chiediamo che su TUTTI i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti, come si fa per l’olio extravergine di oliva e pochissimi altri alimenti inscatolati, per cui bisogna scrivere la provenienza: Italia, UE, extra UE. Poi sarà il consumatore a decidere. Vogliamo il VERO “Made in Italy”>>. La petizione on line viaggia verso le 150 mila firme.

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