Licinio morì a Cagliari 2000 anni fa

Marco Licinio Felix era un bimbo come tanti, ipotizziamo che fosse allegro e spensierato. Di certo sappiamo che conobbe Cagliari sotto il dominio romano ma sfortunatamente vi incontrò la morte all’età di soli dieci anni. Nel 2001 le sue spoglie mortali sono state ritrovate sotto i resti dello stabilimento balneare Cerruti, trasformato nel 1869 nell’ex Albergo La Scala di Ferro, in via Torino, a breve distanza dal Bastione di Saint Remy.

Questo complesso edilizio fresco di restauro è divenuto la nuova sede degli uffici della Prefettura. Il suo sottopiano, ricco di vestigia del passato, è stato in parte adibito a parcheggio accessibile da viale Regina Margherita ma nessuno poteva immaginare che a diversi metri di profondità, sottoterra, si nascondesse una interessante storia d’amore del lontano passato.

Marcello Polastri ha ripercorso la scoperta dei resti mortali di Licinio in un suo articolo, pubblicato appunto nel 2001 nella rivista I Sardi. E’ una scoperta che, se non fosse per questo articolo, sarebbe rimasta confinata tra le sole conoscenze degli “addetti ai lavori”. Dunque val la pena ripercorrere la vicenda che parla dell’amore di una mamma per il suo piccolo adorato…

Articolo-Scala_Di_Ferro_2001

Banner_Licinio_Felix“A fine aprile 2001, in quel complesso edilizio sottoposto a lavori di ripristino, un gruppo di ricercatori della soprintendenza archeologica ha riportato alla luce un elegante cippo sepolcrale che ricorda l’esistenza del piccolo. A giudicare da quel che recitano i caratteri, è probabile che Licinio Felice, figlio di Calpurnia, sia morto a soli dieci anni, sei mesi e nove giorni.

La fonte epigrafica, rinvenuta sotto la pavimentazione di una camera dell’ex albergo posta ad angolo tra la via San Salvatore da Horta e via Santa Margherita, ci fornisce preziose notizie, peraltro esatte prosegue Polastrisu questa morte di duemila anni fa.

Sotto il medesimo cippo con spiccante titolazione D.M., ovvero agli Dei Mani (che dovevano proteggere il sonno del defunto), è stata anche ritrovata un’urna cineraria con le spoglie, appunto, del piccolo: i reperti, nel gergo archeologico, erano praticamente in situ. Quindi nell’esatto punto in cui, circa duemila anni or sono, erano stati deposti”, ha concluso Polastri nel suo articolo.

E’ probabile che Licinio Felix o Felice, sia morto per una spietata e quanto improvvisa malattia infantile. “La madre, però, non ha voluto privarsi di una bella tomba per lui, a costo di chissà quali sacrifici“.

E allora incaricò chi di competenza per far scolpire, su un pesante blocco di pietra di forma rettangolare, e che aveva le dimensioni del piccolo figlio, una dedica. Grazie alla quale, ancor oggi, ad oltre duemila anni di distanza dal tagico fatto, conserviamo un ricordo.

 

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