Scoperta a Bonaria: quali soluzioni?

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Cantiere in via Milano a Cagliari

Dopo lo stop al cantiere di via Milano 1 a Cagliari per il rinvenimento di resti archeologici, le associazioni Sardegna Sotterranea, Gruppo Cavità Cagliaritane e Aloe Felice hanno scritto al Ministero per i beni e le attività culturali.

 “Abbiamo monitorato quel cantiere e l’area archeologica ritrovata sulla collina – scrivono le associazioni – e sul ritrovamento dei beni archeologici nel cantiere di via Milano 1 abbiamo scritto alla competente Soprintendenza. Non è una situazione di primati, la nostra, vorremo però che non calasse l’interesse di chi dovrebbe tutelare quest’area.
Vorremo, in sostanza, che il sito archeologico non rimanga esposto ad un possibile degrado, un po’ come accadde per villa Tigellio, il cantiere Cocco di viale Sant’Avendrace o per Santa Lucia alla Marina.
Troviamo subito le risorse necessarie per la sua apertura al pubblico?“.Lo domanda Marcello Polastri, presidente di Sardegna Sotterranea, associazione che in questi mesi ha ricevuto dai residenti dell’area di via Milano decine di segnalazioni e immagini sui resti ritrovati.
Ci ha allarmato una immagine nella quale si nota roccia calcarea scalfitaprosegue Polastrisembrerebbe di recente, e di conseguenza ci siamo rivolti agli archeologi.
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Gli scavi a Bonaria

Ora speriamo di cuore che allo stop al cantiere possano seguire due strade: la realizzazione del palazzo che però preservi le vestigia e ne consenta la pubblica fruibilità, oppure la valorizzazione, questa molto più auspicabile, del complesso archeologico a cielo aperto con annessi spazi verdi, in armonia tra passato e presente della città“.

Come è presto detto: l’Associazione Sardegna Sotterranea tende una mano alla Soprintendenza e potrebbe da presto organizzare la raccolta fondi, anche per far lavorare giovani archeologi inoccupati, al fine di rendere l’area fruibile.

Non vorremo che, in seguito al blocco del cantiere, la scoperta diventi come una ferita infetta nel cuore della città e della sua storia, riempendosi di sterpaglie e rifiuti anziché di visitatori interessati alla storia della città.
“Sarebbe un doppio danno e una doppia beffa, sia per il costruttore inglese Patrick Head che è incappato in questo ritrovamento, e sia per i cagliaritani e turisti”.
Quel sito – concludono le associazioni – è di straordinario interesse perché il colle di Bonaria è stato luogo di sepoltura per nuragici, fenicio-punici e romani.
Accolse una necropoli e insediamenti di epoca romana e medievale e una cittadella medievale, adiacente il Santuario della Madonna di Bonaria, la protettrice di chi va per mare che, speriamo, ora possa vegliare sul tesoro archeologico ritrovato”.
Da qui la nota inviata alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, organo periferico del Ministero, e quindi al Ministero competente.
AL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI

sulla

 SCOPERTA ARCHEOLOGICA A CAGLIARI – COLLE DI BONARIA

 

Gentile MINISTRO

Premesso che da mesi riceviamo le segnalazioni dei cittadini residenti nell’area di via Milano a Cagliari, sul ritrovamento di resti archeologici in un cantiere edile posto in via Milano n1, accanto alla Basilica e al Santuario di bonaria tutelate da leggi vigenti in materia di beni storico-archeologici;

Ravvisato che della scoperta abbiamo informato la competente Soprintendeza di Cagliari;la stessa Soprintendenza avrebbe bloccato il cantiere edile sopra citato, causa appunto il rinvenimento di resti archeologici per i quali le associazioni Sardegna Sotterranea, Gruppo Cavità Cagliaritane e Aloe Felice scrivono a codesto Ministero per i beni e le attività culturali.
Si auspica che il sito archeologico non rimanga esposto ad un possibile degrado, un po’ come accadde per la villa di Tigellio a cagliari, o il cantiere “Cocco” di viale Sant’Avendrace (ancor oggi esposto al degrado) oppure per i resti della Chiesa di Santa Lucia nel quartiere della Marina, ovviamente a Cagliari.In tal senso, codesta Associazione, si rende disponibile a organizzare una eventuale RACCOLTA FONDI per reperire le risorse necessarie ad una possibile apertura al pubblico degli scavi archeologici, mentre gli studiosi sono all’opera, offrendo un connubio tra passato e presente.

Crediamo fortemente che, allo stop del cantiere edile, possano seguire due plausibili strade: la realizzazione del palazzo che però preservi le vestigia e ne consenta la pubblica fruibilità, oppure la valorizzazione, questa molto più auspicabile, del complesso archeologico a cielo aperto con annessi spazi verdi, in armonia tra passato e presente della città”.

Come è presto detto: l’Associazione Sardegna Sotterranea tende fin d’ora una mano alla Soprintendenza e alle Istituzioni, anche con l’organizzazione della succitata la raccolta fondi, al fine di offrire lavoro anche a tanti giovani archeologi disoccupati, e rendere presto – si auspica ancora – l’area fruibile.

Non vorremo che, in seguito al blocco del cantiere, la scoperta diventi come una ferita infetta nel cuore della città e della sua storia, riempendosi di sterpaglie e rifiuti anziché di visitatori interessati alla storia della città.

Sarebbe un doppio danno e una doppia beffa, sia per il costruttore che è incappato in questo ritrovamento (e grazie alla cui opera i beni sono stati rinvenuti), e sia per i cagliaritani e turisti che gioverebbero dell’archeologia ritrovata. Meglio se, valorizzata.

Quel sito – in conclusione – è di straordinario interesse perché il colle di Bonaria è stato luogo di sepoltura per nuragici, fenicio-punici e romani; accolse una necropoli e insediamenti di epoca romana e medievale e una cittadella medievale, adiacente il Santuario della Madonna di Bonaria, la protettrice di chi va per mare che, speriamo, ora possa vegliare sul tesoro archeologico ritrovato.

Da qui la ns nota e il ns appello a Lei, gentile e competente Ministro.

Restando in attesa di eventuali comunicazioni del caso, la salutiamo cordialmente .

L’Associazione Sardegna Sotterranea

Aloe Felice

Gruppo cavità cagliaritane

 

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