Mariarosaria Spina mette in mostra la Sardegna con le sue opere d’arte

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La locandina della mostra

Si terrà dal 29 Settembre al 7 Ottobre 2015, nello spazio espositivo Atrio comunale del Comune di La Maddalena, la mostra “Art Exhibition Retabule” di Mariarosaria Spina. L’esposizione delle opere d’arte è stata curata da Ilaria Giacobbi con la direzione artistica di Mauro Dessì. Saranno esposti i dipinti La dea madre – la venere stilizzata di Willendorff e lo Spirito atlantideo, attualmente in vendita con trattativa privata.

Parte del ricavato sarà destinato dall’artista a una associazione culturale per restaurare un bene storico-artistico oppure archeologico. La conferenza stampa di presentazione dell’evento si svolgerà nello spazio espositivo Atrio comunale, a La Maddalena il 2 Ottobre alle ore 12. Relatori: Ilaria Giacobbi e Alberto Severino. Interverranno nel corso della conferenza stampa Roberta De Marzo, assessore alla cultura del Comune de La Maddalena e l’assessore al turismo Fabio Lai.

Dalla nozione di “cose d’arte” a quella di “beni culturali – testimonianza materiale avente valore di civiltà, la Sardegna prenuragica rivive – si legge in una nota – nelle opere di Mariarosaria Spina con un’ analisi demo, etnoantropologica.

Info & contatti: http://www.27ruedefleurus.it – E-mail: redazione@27ruedefleurus.it

 

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Afferma l’artista Mariarosaria Spina:

Per beni culturali o cose storiche e d’arte, secondo la terminologia in uso prima del secondo dopoguerra, si è soliti indicare l’insieme delle cose materiali che, per particolare rilievo storico, culturale ed estetico, sono di interesse pubblico, perché destinate al pubblico godimento e connotano una comunità umana o un’istituzione, di regola stanziata in un territorio o comunque con sede espositiva in un luogo“.

Secondo l’artista: <<Il moderno concetto di bene culturale, e per bene si vuole intendere un valore storico o artistico e non (solo) un “valore monetario”, si riferisce sempre a un “manufatto” o, in generale, a una produzione di cultura o a un documento della memoria di un gruppo sociale, che si vuole dedicare e conservare alla pubblica e visibile fruizione diretta al di là, quindi, della fruizione delle sue riproduzioni, digitali e non.

Oltre il problema dell’inclusione delle tradizioni popolari (locali) nei beni culturali – prosegue Mariarosaria Spina – sussiste però, incentrato nella concezione di patrimonio culturale come insieme sia di opere d’arte, monumenti, strumenti scientifici o reperti storici sia dei significati simbolici che la comunità attribuisce loro e non come mero insieme di oggetti espressione artistica o traccia storica, ad un tempo “testimonianza di civiltà” e “tesoro” economicamente valorizzabile, il più ampio problema dei prodotti della cultura e della vita storica di una comunità umana.

Il significato profondo di patrimonio culturale diviene, allora, quello dell’azione (individuale e collettiva) di conservazione delle memorie di una comunità o dell’umanità intera, mediata negli oggetti, “patrimonio culturale materiale”, o estrinsecato in opere letterarie e in espressioni della tradizione: il “patrimonio culturale immateriale.

Quest’ultima accezione, bicipite del termine patrimonio culturale, deve essere vista come identitaria specificazione della più ampia e globale nozione di cultura e di prodotto culturale che, per sua natura, tende a superare il connotato della diversità per indirizzarsi al carattere della universalità>>.

Fonte: http://www.27ruedefleurus.it

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