Quando Giorgino divenne a Cagliari il Re della pesca

DCIM100MEDIA

Il canale de Sa Scaffa

Qualche decennio fa il lido sabbioso preferito dai cagliaritani era Giorgino. Insieme all’isolotto di San Simone, meglio noto come Sa Illetta, divenne il luogo di villeggiatura della nobiltà cagliaritana. Non solo. Il sito era amatissimo dai pescatori residenti nel vicino borgo di Sant’Avendrace e de La Pola o della Marina. Gente di mare, laboriosa, che da tempo pescava tra le acque dello stagno di Santa Gilla ed il mare aperto. Persone che si affidavano  alla Madonna di Bonaria quando, con le loro barche, si allontanavano dalla storica Torre della IV Regia che oggi cade a pezzi.

Uomini forti e dalla pelle scura, cotta dal sole, con quelle rughe espressive ricoperte dal sale. Is piscaroris cagliaritani portarono avanti l’antica tradizione della pesca usando reti, palamiti, particolari rastrelli per raccogliere le arselle dal fango odoroso de Su stani. All’occorrenza immergevano le nasse nelle placide acque ma anche altre particolari e ingegnose trappole per le anguille che abbondavano in zona. Che strisciavano nel limo puzzolente chiamato in vernacolo “sa bassa“.

DCIM100MEDIA

Gatti e oche sono abituali frequentatori della zona

Solitamente, chi pescava, conosceva a menadito i segreti della buona cucina, sapeva cucinare bene il pesce, farlo alla griglia o trattarlo in umido, trasformando quella che noi oggi chiamiamo piccola pesca, in ottima zuppa oppure in una squisitissima frittura. Cosa dire, poi, delle anguille fatte allo spiedo, insaporite con le foglie d’alloro?

Oggi, di questo mondo operoso resta solo qualche superstite. Perchè sono pochi i pescatori veterani che continuano a portare avanti la tradizione della pesca. Sono scomparsi molti casotti che sorgevano a due passi dal vecchio ponte de Sa Scaffa.

In effetti resta solo qualche baracca, qualche casa umile, la cantoniera e sullo sfondo il canale, dove le barche affondano ed altre, invece, vengono ancora usate. Nel versante opposto della laguna troviamo lo storico villaggio dei pescatori che sopravvive alla modernità ed ogni anno, in senso nostalgico, riunisce quanti hanno sofferto o gioito con il lavoro della pesca, in occasione della locale sagra del pesce.

DCIM100MEDIA

Uno dei vecchi ponti superstiti

Gatti e oche, qualche gabbiano-pescatore sono gli abituali frequentatori della zona. Oramai, l’interesse per Giorgino si è dissolto da quando è divenuto un agglomerato periferico attraversato dalla Statale 195 che, in parte, si è sovrapposta alla strada di collegamento che da Giorgino attraversava lo stagno di Cagliari e conduceva alle saline Contivecchi e all’annesso villaggio (in zona Macchiareddu).

Nel frattempo, le alghe e la paglia marina sospinte dalle onde, hanno colonizzato il litorale sabbioso. Ed il degrado del rione ha avuto la meglio sulla sua rinascita. Ancor oggi c’è chi auspica,  per Giorgino e per i suoi abitanti, un futuro migliore. Come da buon pescatore che ama affrontare i mari in tempesta.

Una tempesta che prima o poi dovrà passare, nella speranza che non spazzi via una pagina di storia dal cuore di Cagliari.

Marcello Polastri

Commenti