Quartu: lacrime e commozione per Luca, calciatore scomparso a soli 10 anni

LucaPusceddu_quartu

LA CHIESA gremita, un tappeto di rose bianche, il feretro accanto all’altare e quel gesto d’amore: liberare al cielo tantissimi palloncini bianchi. Sono stati portati questo pomeriggio da tante manine chiuse e poi aperte all’improvviso di fronte alla Chiesa di Sant’Elena non appena è terminata la messa per Luca Pusceddu.

Il sagrato della chiesa gremito di persone per Luca

Il sagrato della chiesa gremito di persone per Luca

UNDICI ANNI, una incontenibile passione per il calcio, Luca ha incontrato una morte beffarda. Una tragedia che si è consumata martedì pomeriggio, imprevedibile e tremenda proprio mentre il giovanissimo giocava e con il pallone, facendo quel che più aveva a cuore.

I CAMPIONI del Cagliari Calcio, tante altre personalità dello sport, moltissime autorità hanno dato oggi l’ultimo saluto a Luca, unendosi al dolore dei suoi genitori Marco e Gigliola, dei suoi fratelli e sorelle, parenti e amici più stretti. Alle ore 12, tre ore prima del funerale, sono stati osservati due minuti di silenzio in tutte le scuole di Quartu Sant’Elena (e anche in altre città). Sono silenzi che fanno rumore.

I funerali.

I funerali.

AL FUNERALE, celebrato poco fa, si respirava l’aria d’un forte abbraccio. C’erano soprattutto loro, almeno un centinaio di adolescenti vestiti di tutto punto con la divisa sportiva della San Francesco. Erano come in “alta uniforme”, accomunati dalla passione per il calcio che li ha fatti incontrare con Luca, allenamento dopo allenamento.

Questa è la sua giornata, la giornata per salutare LUCHISCEDDU, come erano soliti chiamarlo i suoi amichetti. Cappelli neri che incorniciavano il suo viso sempre sorridente. Quegli occhioni vispi che sprizzavano gioia, soprattutto quando palleggiava e dribblava sognando di diventare un campione. Il resto è cronaca che ritorna d’attualità.

Il feretro

Il feretro

MARTEDÌ scorso, impianti sportivi San Francesco a Quartu: appena finito l’allenamento il piccolo ha effettuato “una rovesciata”, raccontano in tanti. Ma quell’acrobazia gli è stata fatale.

HA BATTUTO LA TESTA sul campetto d’erba sintetica, Luca. Sullo sfondo la grande porta di calcio, la palla che si allontava lentamente e così la sua vita. Nel tentativo di soccorrerlo suo padre, che seguiva l’allenamento, si è precipitato dentro al campo.

Papà“, avrebbe esclamato la piccola creatura, cercando di risollevarsi per poi restare immobile, in una serata uggiosa di metà marzo. È un dramma che fa rabbia e che stimola una domanda: perché?

Fiori bianchi per Luca

Fiori bianchi per Luca

 

In tanti se lo sono chiesti avant’ieri a bordo campo e anche questa sera, al camposanto e in chiesa dove dalle 14 si sono radunati i compagnetti della squadra di Luca.
Poi sono arrivati tanti altri calciatori della società sportiva nella quale il giovanissimo, come loro, era solito allenarsi due volte la settimana.

Il suono delle campane come un fischio d’arbitro… “Luca è volato tra i grandi campioni del calcio facendo una rovesciata” hanno detto i coetanei della sua squadra che aprendo le manine, hanno salutato questo piccolo angelo, fissando quei palloncini che volavano verso l’alto cielo.

Proprio come il sogno d’un giovanissimo che dopo l’allenamento si era fermato per potenziare la sua tecnica. Come fanno i veri campioni.

Marcello Polastri

Pubblicato sul quotidiano Casteddu On Line.

 

Commenti