Santa Cristina: crolla la capanna nuragica accanto al pozzo sacro

I massi sul terreno e la staccionata.

I massi sul terreno e la staccionata.

Dettagli

Dettagli della protezione lignea

La chiamano la Capanna nuragica. Gli archeologi l’hanno classificata con l’aggiunta di una “A” ed insomma è la “Capanna lunga A“. Significa che il sito nell’immagine è importante per la storia della Sardegna e, nel suo piccolo, si tratta di una preesistenza del passato: la “lunga capanna” ha una storia remota da raccontare.

Risalirebbe infatti lontanissimo periodo nuragico, o almeno così ci hanno raccontato i seppur dubbiosi studiosi.

Di certo fa parte del grande complesso o santuario nuragico di Santa Cristina, è un bene tutelato (sulla carta) e appartiene al ben più esteso sito archeologico di Santa Cristina situato nel Comune di Paulilatino, nel cuore della Sardegna.

Sia essa una costruzione nuragica, romana o medievale, oggi quella che viene definita come una lunga capanna,  rischia di crollare. Stando almeno a queste immagini documentaristiche che vi mostriamo in esclusiva.

Non solo: un crollo è già avvenuto, ci è stato detto, nel lontano 2012 e ora la caduta di altri massi preoccupa eccome.

Si notano infatti alla base delle “travi di contenimento”, non poche pietre come testimoniano queste fotografie. Ed un nuovo crollo sarebbe avvenuto di recente, da quella che era già stata considerata una parete pericolante.

 

Si notano le pietre sul terreno.

Si notano le pietre sul terreno.

C’è stato infatti chi, inserendo lunghe travi di legno, ha cercato di arginare la caduta delle pietre. Che sono però cascate lo stesso. Va anche detto che questa situazione non offre un bel biglietto da visita ai turisti che frequentano il sito, pagando il dovuto biglietto.

Si racconta che il sito nuragico di Santa Cristina, si compone essenzialmente di due parti: la prima, quella più conosciuta e studiata, costituita dal tempio a pozzo, un pozzo sacro risalente all’età nuragica con strutture ad esso annesse: la capanna delle riunioni, il recinto sacro e altre capanne più piccole. La seconda parte del complesso, posta a 150 metri a sud-ovest si compone di un suggestivo nuraghe monotorre e da alcune capanne in pietra.

Queste sono di forma allungata e, secondo gli studiosi, “di incerta datazione“, così un vicino villaggio nuragico, ancora da scavare, di cui sono visibili solo alcuni elementi affioranti. Però, se quel che emerge dal terreno, e compare nei depliant turistici rischia di crollare. Allora non sarebbe il caso di porvi rimedio?

Ce lo auguriamo, per il bene della Sardegna e dell’identità, anche nuragica, di questa terra.

Marcello Polastri

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