Sotto Cagliari tra discoteche, cantine e grotte per i festini

 

La cava di via Vittorio Veneto

Antica cava di pietra nella Cagliari sotterranea

Sotterranei trasformati in discoteca, grotte adibite a garage. Accade da sempre ma pochi lo sanno. 

Sapevate che ad esempio in via Vittorio Veneto esistono cave plurimillenarie dotate di canestri per giocare a basket?

Oppure che sotto viale Sant’Avendrace si nascondono dei garage e delle officine ricavate nelle tombe del periodo romano?

Sono luoghi della memoria carichi di storia, di certo affascinanti, misteriosi e forse anche per questo rivissuti, frequentati, talvolta in gran segreto.

Una vecchia cavità usata come casa d’appuntamenti.

Ad esempio le cave di pietra usate  all’occorrenza per conservare e far diventare “buono” il vino. Oppure, per custodire i carri funerari come del resto accadde nei grottoni  del Giardino pubblico. 

Un mondo da scoprire la Cagliari sotterranea, specie la sua zona compresa tra i colli Tuvixeddu e Tuvumannu dove la concentrazione di cavità sotterranee è tra le più elevate d’Italia.

Una immagine di Andrea Gambula per Sardegna Immaginare.

Stando agli studi speleo-archeologici del Gruppo Cavità Cagliaritane, “Nei colli di Tuvixeddu e Tuvumannu – secondo gli studiosi – la concentrazione di grotte e caverne è di 45 cavità per chilometro quadrato.

Cava_Via_Veneto

Una cavità privata sotto Cagliari.

 

 

La media tende comunque a salire, se condideriamo l’avanzamento degli studi e l’idividuazione di altre grotte, celate sotto alcune proprietà private“.

 

 

 

 

 

Ringraziamo i proprietari di questi edifici e quindi delle caverne per averci consentito la realizzazione di quale immagine documentaristica che svela, anche per loro volontà, un patrimonio culturale che la nostra città conserva gelosamente.

E voi ne sapete di più?

Sapreste ad esempio indicarci dove sono custoditi altri ambienti storici simili a questi nelle immagini?

Si badi: sia a Cagliari che in altri paesi della Sardegna.

Conoscere del resto significa scoprire, facendo nostra una storia che, diversamene, rimarrebbe nell’ombra e come tale, verrebbe ancora una volta ingiustamente  ignorata. 

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