Costruttori di nuraghi nella terra d’Israele?

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Nuraghe

Nuraghi e misteri affascinanti nel cuore della Sardegna

Un geroglifico conservato al Cairo racconta che i guerrieri Sherden o Shardana avevano un elmo cornuto e quelle due corna rendevano il loro copri-testa appariscente.

Un elmo che nell’insieme conferiva a chi lo indossava di assumere sembianze spaventevoli, come quella di apparire alto, anche per  intimorire l’avversario dinnanzi ad un’esigenza: combattere e soprattutto uccidere.

Nuraghe

Nuraghe in Sardegna situato a Suelli.

Sappiamo che i guerrieri Shardana erano formidabili: in battaglia, in terra e forse anche in mare.

Ed anche per questo motivo vennero battezzati “i pirati del mare“. Si dice che divennero dei mercenari: del principe di Biblos, il famosissimo Rib – Adi ad esempio, ed anche assoldati nella battaglia di Kadesh nella quale si distinsero fedelissimi servitori del faraone Ramesse II.

Antichissimo reperto da Cipro, un guerriero Shardan?

Sono questi, in sintesi, i racconti della tradizione leggendaria che si accostano anche a tanti “scoop” narrati con dovizia di particolari da studiosi come Cavillier, Gordon Childe, Grimal, Gardiner, Leonardo Melis, Veren ed altri ancora.

Risale al 1995 una svolta epocale su questo genere di studi.

Sulla storia Shardana infatti, il Corriere della Sera, l’11 dicembre 1997, divulgò la notizia sulla scoperta di alcune cittadelle fortificate nei pressi di Haifa.

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Shereden

Guerrieri Shardan

 

 

 

 

 

Uno scavo archeologico (del 1995 appunto) rivelò la penetrazione di un popolo misterioso, abilissimo nell’arte della guerra, nell’uso delle armi da taglio.

Erano SHARDANA? 

Probabilmente si, erano proprio loro. I “popoli del mare” che “servirono anche i faraoni” e tra questi “popoli del mare” che si stabilirono nei pressi di Haifa, c’erano anche gli antichi Sardi, i costruttori dei nuraghi.

Piramidi e Shardana

L’antico Egitto

La notizia degli scavi del 1995 divenne qualcosa di incredibile, per moltissimi una certezza: i guerrieri giunti dalla Sardegna edificarono torri di pietra anche nella terra d’Israele.

Nuraghe

Lorenzo Cremonesi ad esempio, giornalista del Corriere, in tal senso asserì: “Un sito scoperto e valorizzato ad Haifa, grazie alla collaborazione di Giovanni Ugas, docente di archeologia all’Universita’ di Cagliari e Adam Zertal, suo collega a quella di Haifa“, ha consentito di fare una scoperta eccezionale:

i due archeologi, seguendo strade diverse, scoprirono di essere giunti alle stesse conclusioni e cioè che “gli antichi sardi sono, a tutti gli effetti, i popoli del mare o meglio i Shardana, guerrieri citati con rispetto dai geroglifici egiziani del periodo faraonico di cui si sa tuttora molto poco” aggiunse Zertal.

Nei mesi seguenti, lo stesso archeologo, parlò di “rivoluzione copernicana della cultura nuragica“.

Antichi guerrieri Shardana o comunque dei Popoli del Mare

Non solo. Il suo collega, professor Ugas, definì  gli interventi del popolo sardo-Shardana nella terra d’Israele, “un fenomeno estremamente atipico per quel periodo, destinato a rafforzare l’ipotesi delle origini antichissime e autoctone della civilizzazione sarda“.

Emerse quindi che gli architetti dei nuraghi non avrebbero copiato da nessuno la tecnica costruttiva delle loro torri. Anzi, l’avrebbero ideata ed esportata con le loro mani. Probabilmente. 

Antichissima raffigurazione di una battaglia dei popoli del Mare

Se questa notizia venisse confermata, sarebbe evidente che la cultura sarda si sarebbe sviluppata ed evoluta- in modo indipendente a in Sardegna, “a partire dal neolitico e dall’età del rame, nel 6.000 a. C., per poi espandersi verso le coste orientali del Mediterraneo“.

Anche se alla luce di nuove interpretazioni come quelle di UGAS, luoghi come la Sicilia, Creta, tutto il Peloponneso, ed anche Micene e in Anatolia, sono ricchi di elementi importati dal popolo Sardo.

Il faraone Ramsesse II

Dai Sardi che quindi navigavano, importavano e scambiavano materie prime, e non avevano certo “timore del mare” come una certa cultura archeologica ha sostenuto in passato.

Gli antichi abitanti della Sardegna che fecero parte, da guerrieri formidabili, dei Popoli del mare invasori e mercenari

Il mare in burrasca della Sardegna

MA NON TUTTI LA PENSANO COSÌ, ad onore del vero. Infatti, per offrire ai nostri lettori una informazione imparziale, un altro archeologo Sardo ha detto: 

I testi dei faraoni ci hanno fatto credere a un’invasione che, tra il XIII e il XII a.C., avrebbe causato un vero crollo di civiltà nel Vicino Oriente: palazzi micenei, città (Ugarit), regni (Ittiti) tutti spazzati via dal maglio di questi barbari devastatori ma oggi a quell’invasione dei “popoli del mare” quasi nessuno crede più. 

La Costa Verde della Sardegna

A sostenerlo sul quotidiano l’Unione Sarda del 2 Gennaio 2006 è l’archeologo Alfonso Stiglitz:

“D’altra parte – scrive Stiglitz – nessuno crede più al vecchio racconto ottocentesco di una storia fatta di invasioni e migrazioni, è stata cancellata quella degli Hyksos, non è mai esistita quella degli Amorrei e forti dubbi abbiamo su quella dei Dori.

Lo stesso nome “popoli del mare” è frutto di “un’errata lettura – prosegue Stiglitz – come ha mostrato Sergio Donadoni negli anni ’60, sarebbe meglio tradurre “i barbari della pirateria” che, all’epoca, era un’attività commerciale aggressiva e antistatale e non un’invasione militare…”. Allora come stanno per davvero le cose?

Antichissimo reperto da Cipro, un guerriero Shardan?

Antichissimo reperto da Cipro, un guerriero Shardan?

 

Secondo professor Ugas, in Israele gli Shardana arrivarono “via mare e a piedi dalla Turchia

Ad Haifa si fermarono a lungo lasciando tracce del loro passaggio: è da queste parti che troviamo uno dei siti più significativi della cultura materiale tipica dei guerrieri giunti dalla Sardegna. Gli stessi che decisero di insediarsi a pochi chilometri dalla costa, accompagnati dalla fama immortale di esser divenuti abili e valorosi combattenti.

Gli egiziani temevano e al tempo stesso rispettavano con una certa ammirazione questi guerrieri. Non a caso immagini e citazioni delle loro eroiche imprese compaiono nei geroglifici.

I faraoni ci hanno tramandato una storia, perché impiegavano i guerrieri giunti dalla Sardegna come guardie del corpo, ci raccontarono che “erano bravissimi nel costruire cittadelle fortificate“, afferma Zertal.

El-Ahwat in una immagine di Leonardo Melis

Sappiamo che in quello stesso periodo si insediano per circa 60 anni in terra di Cana. Mentre a El-Ahwat non più di un migliaio di guerrieri soggiornarono a lungo, per costruire una cittadella difficile da assediare.

Parte della storia e dell’identità della Sardegna riposa anche in quei terreni. Risale al periodo biblico dei Giudici e della storia di Mosè, allorquando gli ebrei scapparono via dall’Egitto.

Infine, dei guerrieri Shardana, venne lesa la reputazione:

c’è chi li definì pirati e quando alcuni di loro passarono al nemico per allearsi alla coalizione anti-egiziana che sconfisse Ramesse III, sui combattenti giunti dalla Sardegna, calò il sipario.

Scese infatti un lungo e assordante silenzio. Oggi più che mai, la loro storia, torna d’attualità con nuove e luminose chiavi di lettura.

Marcello Polastri

Le terre d'Israele

Le terre d’Israele

Sui Shardana, hanno detto:

« Nei santuari nuragici e nei ripostigli troviamo una straordinaria varietà di statuette votive e modelli in bronzo. Figure di guerrieri, crude e barbariche nella loro esecuzione ma piene di vita, sono particolarmente comuni.

Il guerriero era armato con un pugnale e con arco e frecce o con una spada, coperto da un elmo con due corna e uno scudo circolare.

L’abbigliamento dei GUERRIERI e l’equipaggiamento non lasciano dubbi sulla sostanziale identità tra i fanti sardi e i corsari e mercenari rappresentati nei monumenti egiziani come “Shardana”.

Allo stesso tempo numerose barchette votive, anch’esse in bronzo, dimostrano l’importanza del mare nella vita della Sardegna».

Così scrisse Vere Gordon Childe, era il 1930. 

Curiosità. La più antica menzione del popolo chiamato Šrdn/Srdn-w, più comunemente detto Shardana o Sherden, si trova nelle lettere di Amarna, corrispondenze fra Rib-Hadda di Biblo e il faraone Akenaton, ascrivibili al 1350 a.C.

In questo periodo appaiono già come pirati e mercenari disposti ad offrire i loro servigi ai ricchi signori locali.

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