Defibrillatori? Solo se saputi usare salvano la vita

Un defibrillatore.

Un defibrillatore.

Il tema dei defibrillatori fa riflettere. Soprattutto a Cagliari, dove il caso di Luigi Vacca, giovane che negli ultimi anni ha vissuto il dramma di ben 5 arresti cardiaci, insegna: “intervenire per tempo, su un corpo che ha subito un arresto cardiaco è fondamentale per salvare la vita ed evitare danni permanenti” sostiene Luigi.

Invece le stime sembrano non andare in questa direzione, perlomeno allo stato attuale. Significa che non tutti, in effetti, sanno cosa fare di fronte ad un caso di arresto cardiaco. Diversamente, sui posti di lavoro dove ogni anno si verificano 10 mila casi di arresto cardiaco, le cifre sarebbero in netta diminuzione.

Si racconta che la sopravvivenza di una persona potrebbe aumentare dal 5 al 60 per cento solo se la rianimazione cardiopolmonare viene associata alla defibrillazione. Dunque se il defibrillatore entra in azione da subito: il cuore, il cervello e altri organi vitali potrebbero così salvarsi.

E con essi, la vita, potrebbe tranquillamente ripartire. Però in Italia sono almeno 100 le persone che muoiono nell’arco di un anno, soprattutto durante attività sportiva, sia essa agonistica che dilettantistica. Le cause? Sempre riconducibili a lui, all’arresto cardiaco.

Un tema delicato sul quale però, c’è anche chi lavora sodo, da anni.

Cadeddu con un campione del calcio...

Cadeddu con un campione del calcio…

Luigi Cadeddu ad esempio è una delle persone più attive in tal senso. Più presenti anche nella scena mediatica, perlomeno in Sardegna, classe 1957, laureatosi a Cagliari, Cadeddu è responsabile di HSF Helpful & Sustainable FutureCostruiamo un futuro sostenibile, associazione che si occupa di formare e di informare le persone sul concetto di “Prendersi cura di sè e degli altri“.

Macchine come i defibrillatori – sostiene Cadeddu – sono importanti e così la patente per usarli è legalmente fondamentale, ad esempio la Legge 120 del 2001 e le strade su cui corrono sono quelle della cultura. La cultura del prendersi cura e della solidarietà“.

Luigi Vacca in una fotografia di Marcello Polastri

Luigi Vacca in una fotografia di Marcello Polastri

Insomma sapere cosa fare al momento giuto, con il primo soccorso?

Beh, parlare di cultura del primo soccorso, di cosa fare dal momento 0 al momento 118, di prevenzione e di organizzazione del nostro piano sanitario domestico, comunale, lavorativo è indispensabile se vogliamo far rendere al meglio i defibrillatori.

Che dovrebbero aumentaere in numero, a Cagliari come altrove, esser presenti nella maggiorparte dei locali?

Insomma – specifica Cadeddu – non al meglio vuol dire spesso non usarli, come le cinture di sicurezza, che ci sono ma se rispettiamo il Codice della Strada non intervengono. Basti pensare che nei Paesi come la Norvegia, la sola formazione strutturata nelle scuole di un Primo soccorso con blsd ha portato ad un abbassamento del 15% della morte cardiaca improvvisa.

In tal senso anche promuovere l’insegnamento è fondamentale?

Si, dobbiamo promuovere l’insegnamento corretto e strutturato del primo soccorso nelle scuole, dai bimbi delle elementari agli studenti delle superiori, dobbiamo parlare di educazione alla salute ed al prendersi cura e non aspettare che tutto si risolva con una chiamata al 118.

Questa sera ci sarà anche lui, Cadeddu, alla presentazione del primo ristorante cardioprotetto di Cagliari. L’evento si terrà in via Sardegna, nel Ristorante l’Antica Cagliari dove Cadeddu consegnerà un riconoscimento a quanti, in questo periodo, hanno tratto in salvo molte persone intervenendo celermente, di fronte a diversi casi di arresti cardiaci. Con “semplici” manovre e usando il defibrillatore.

Marcello Polastri

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