Dom’e Farra di Quartu: dove sono andati a finire gli storici reperti?

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Il cavalier Musiu, a sinistra, da giovane

Che fine avranno fatto i “pezzi forti” del museo Sa Dom’e Farra? Potranno ritornare tra le storiche mura che li hanno custoditi per decenni?  Domande che tornano d’attualità a Quartu Sant’Elena dopo la due giorni di Monumenti Aperti (VIDEO).

È accaduto che durante la manifestazione culturale dello scorso weekend, a lamentarsi durante le visite guidate sia stato Giovanni Musiu, 84 anni, storico abitante de Sa Dom’e Farra.
Giovanni Battista Musiu è anche l’ideatore del museo, colui che ha raccolto e collezionato decine di migliaia dei reperti un tempo custoditi tra queste mura, “oggi finiti chissà dove”.

Utensili da lavoro, anfore antiche, letti di ferro battuto, ori e argenti che simboleggiavano nell’insieme, dentro Sa Dom’e Farra, l’essenza identitaria di Quartu e della cultura contadina del Campidano.
L’intuizione che portò Musiu a creare una casa-museo risale al lontano 1978.

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Giovanni Musiu, storico abitante de Sa Domu

Creai questo luogo, mettendoci dentro un patrimonio di oggetti originali affinché rispecchiasse la tipica abitazione quartese, poi la chiamai Sa Domu de Farra, la casa della farina, dell’abbondanza e della ricchezza;  insomma Sa Domu e Su meri, che significa la casa del padrone“.

Lo scorso weekend, signor Giovanni (in tanti lo chiamano con grande rispetto “Cavalier Musiu”), ha varcato il portone de “Sa Domu” con le lacrime agli occhi. In tanti si sono chiesti il perché. “Mi ha fatto male vedere il Museo senza gli oggetti originari, è assurdo“, ha esclamato mentre appendeva, mosso dalla passione per quel luogo, una serie di fotografie, guarda caso all’ingresso di delle camere che conosce a menadito.

Nel frattempo erano in corso le visite guidate, con i giovani volontari delle scuole che hanno preso parte alla Manifestazione culturale.  “Queste foto testimoniano la grandezza di un patrimonio materiale e culturale che, sempre tra queste mura, venne ammirato dai presidenti della Repubblica e da molte celebrità.

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Due ragazzi indossano abiti tradizionali di Quartu, per Monumenti Aperti.

Ora molti di questi giovani ciceroni non sanno cosa ha effettivamente rappresentato questo luogo del quale parlano”.
GIANNI MORANDI.Ricordo anche la visita fatta a Sa Dom’e Farra dal cantante Gianni Morandi, l’interessamento per il museo del Presidente Pertini e di altri famosi personaggi della politica e della cultura. Dovete sapere, anzi scrivetelo che dei 13.400 reperti, più un centinaio che ho donato al Comune, in queste camere oggi aperte al pubblico non c’è più traccia, sono quasi del tutto vuote“.

Un’affermazione che lascia di stucco anche molti passanti, testimoni di quest’assenza che fa rumore.
In un vano del cortile si notano due carri, poca cosa rispetto al tesoro “perduto” di quella che figura tra le più grandi case Campidanesi dell’isola.  Allora sorge spontaneo chiederci: che fine avranno fatto questi oggetti?
Me lo domando soprattutto io, l’ho chiesto più volte al Comune senza però ricevere risposte“, riprende Musiu.

Acquistata dalla Regione e ceduta al Comune di Quartu, la grande casa è stata recuperata, perché divenuta pericolante, nel 2007 tramite un Accordo di programma per un importo di 800 mila euro.

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L’ascensore installato dentro le storiche mura de Sa Dom’e Farra.

Ho dovuto venderla per necessità, non riuscivo più a far fronte alle spese vive per la sua manutenzione, e poi volevo offrire un futuro migliore ai miei figli. Si badi – confessa l’ex abitante della casa-museo – vado fiero di questa scelta, ma provo un colpo al cuore quando penso all’assenza degli oggetti e dei mobili che ho raccolto con grandi sacrifici.

Vorrei che a ereditarli, a poterli ammirare, fossero i posteri, i cittadini di Quartu” conclude Musiu, con gli occhi lucidi.

E chissà, forse la comunità quartese e i turisti potranno un giorno godere della visita de Sa Dom’e Farra, completa delle sue collezioni, con gli oggetti originari, per la gioia e l’orgoglio del padre di quella collezione tanto reclamata. E che, seppure adottata dalla casa comunale, “probabilmente è stata chiusa a chiave in un altro luogo, ma chissà dove“.

Marcello Polastri

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