Lo sgannatoio osé della Cagliari underground

Le cavità sotterranee, considerate da sempre luoghi segreti perché oscure e nascoste, non hanno ospitato solamente civiltà antiche e gloriose. Nel recente passato sono divenute qualcosa di ben diverso e molti di voi rimarranno stupiti nell’aprendere che alcuni complessi sotterranei divennero postriboli, cosiddetti “luoghi da scapolo” destinati a convegni amorosi. Non solo. Sotto Cagliari esistono sale da ballo private e case da gioco equivoche, oggi cadute in disuso ma nelle quali si attiravano persone danarose. Altre grotte (per fortuna ben poche) accolsero postriboli, divennero veri e propri puttanai.

Scannatoio_PolastriNe è la prova questa immagine. Documenta la presenza nella Cagliari sotterranea di uno “sgannatoio“. Termine, questo, inusuale, ai limiti della decenza, in auge tra gli abituali frequentatori del localino underground che, a cavallo tra il 1960 e la fine degli anni ’70, ospitava partita a carte e drink alternandoli a incontri amorosi.

Fin qui nulla di male, ma appariva singolare il contesto: secondo i più maliziosi, certe usanze, avvenivano tra una ampia galleria sotterranea (il locale più grande) ed i vani che si aprivano nelle sue pareti laterali (i postriboli), generalmente rivestiti con tavole di legno colorato. Locali sotterranei dunque, trasformati in qualcos’altro e ad ogni modo protetti da un tetto di roccia.

PostriboliOra vi starete chiedendo: ma dov’erano situate queste alcove sotterranee?

Una, molto nota nella Cagliari del secondo dopoguerra, era situata sotto il colle di Tuvixeddu, nella dorsale collinare a ridosso di via Vittorio Veneto. Sono tante le storie tramandate dai vecchi Cagliaritani: di alcune, chi scrive, ha dato menzione nel libro Cagliari la città sotterranea (ediz Sole, 2001).

Nello specifico, quella di Tuvixeddu era una specie di garçonnière, umida e malsana, allestita in una vecchia cavena a due passi dalla necropoli punica e accoglieva, poco prima della seconda guerra mondiale e, come anticipato, nel dopoguerra, persone poco raccomandabili.

SU SGANNATOJU. Ben diversa è la storia della galleria sotterranea visibile in questa immagine: “Su sgannatoiu“. Situata nel colle Sant’Elia, al suo interno, durante un recente sopralluogo del Gruppo Cavità Cagliaritane, è stato apurato che ancora conserva i segni inequivocabili delle umane frequentazioni. Scarpe da donna, vecchi specchi, trucchi, appendiabiti, giarrettiere (ed altro ancora…), riposano tra la polvere di una decina di ambienti scavati nella roccia. Soprattutto stanzette lateraliabbellitecon carta da parati e poster osé.

Non si trattava, però, di un locale malfamato ma assai equivoca appariva la sua funzione. I frequentatori del sito erano ragazzi e ragazze.

IL PROPRIETARIO? Secondo quanti risedono negli stabili, a due passi dalla galleria (oggi celata in una proprietà privata), un signore che aveva avuto l’idea di far soldi creando un pub.  Allestì  sottoterra appositi privé, lontani da occhi indiscreti e portò anche la luce in quel mondo di tenebre, mettendo a disposizione dei frequentatori, grazie ad una trovata geniale, due frigoriferi per offrir loro – tra una “consumazione” e l’altra – un po di refrigerio. Mica fesso…

Vicende colorite e d’altri tempi, accadute poco meno di cinquant’anni fa sotto i piedi del capoluogo isolano.

Marcello Polastri

Tutti i diritti sono riservati.

Commenti